Bike Ride “Noi sportive non abbiamo una rappresentanza che difenda le nostre istanze” – intervista a Benedetta e Francesca
Secondo appuntamento con la nostra rubrica Bike Ride – Stories.
Oggi vi presentiamo proponiamo un’intervista volta a due ragazze che vivono e praticano lo sport ai massimi livelli italiani:
Francesca Rasetti, 26 anni e Benedetta De Angelis,29 anni.
Entrambe sono giocatrici di Serie A calcio a 5 nell’Audace Verona, Benedetta è anche giocatrice della nazionale italiana di Calcio a 5 Femminile.
Le abbiamo incontrate nella tappa veronese della Bike Ride e abbiamo avuto l’onore di vederle scendere in campo nel nostro workshop sportivo “The future is Equal”.
Abbiamo chiesto loro di parlarci di alcune barriere incontrate durante la loro carriera sportiva.
Benedetta
Per quanto riguarda la mia esperienza, inizio raccontandovi della mia situazione famigliare.
In casa siamo 5 fratelli di cui 4 maschi, loro mi hanno trasmesso la passione per lo sport che pratico: il calcio. Non posso però negare il fatto che fin da piccola ho dovuto sgomitare un po’ per andare avanti e farmi spazio.
Il fatto di vivere in un ambiente prevalentemente maschile ha contribuito a far nascere in me un bisogno di uguaglianza e una volontà di emergere in un contesto che non avvantaggia spesso il genere femminile.”
Per quanto riguarda lo sport, ritengo che le barriere di maggior rilievo siano il maschilismo e la mancanza di uguaglianza soprattutto nel riconoscimento economico.
Con maschilismo intendo la disparità inerente la composizione di staff tecnici, dirigenze, federazioni che presentano un organigramma abbastanza eloquente nel quale possiamo vedere solo nomi di uomini. Questo non consente a noi giocatrici di avere una rappresentanza adeguata delle nostre esigenze e delle nostre istanze.”
Cosa ne pensi della tematica LGBTQIA+ nello sport e come si potrebbero abbattere le barriere di genere nello sport?
“Penso di poter dire con certezza che lo sport femminile è sicuramente più aperto alla diversità rispetto allo sport maschile sia per quanto riguarda l’orientamento sessuale sia per l’identità di genere.
Un primo passo importante per abbattere le barriere di genere, potrebbe essere aumentare la presenza delle donne nelle società in varie figure chiave. Queste donne sarebbero senz’altro in grado di portare all’interno delle società visioni diverse del mondo. Noi donne abbiamo una marcia in più.”
Francesca
“Un’altra barriera, a parer mio, è il continuo paragone tra calcio maschile e calcio femminile da parte delle persone. Io penso che questa concezione vada superata.
Nel calcio siamo indietro, l’uomo medio guarda una partita e commenta “guarda questa che lenta ecc” paragonando la prestazione fisica dell’atleta donna a quella di un uomo. Questo non si può mettere sullo stesso piano.”
“Uguaglianza” ci dice benedetta, “vuol dire avere pari opportunità, non che per natura uomini e donne abbiamo le stesse caratteristiche. E’ normale che io mi esprima in un modo molto legato al mio sesso di appartenenza, però se volessi fare dello sport che pratico il mio lavoro, devo poter essere messa nella condizione di poterlo fare.”
Questa è un’altra grande barriera che ha incontrato Benedetta nella vita: il rallentamento nel mondo del lavoro. Non potendo considerare il suo impegno e la sua brillante carriera sportiva come tale considerando la mancanza di contributi, previdenza sociale, ecc.
Foto: © Federica Arca
Francesca ci dice inoltre che nel 2021 deve essere superato lo stupore da parte delle persone nel momento in cui si dice che una donna gioca a calcio.
“Una soluzione potrebbe essere insegnare un modo di pensare diverso per far cambiare l’opinione pubblica. Sicuramente nelle nuove generazioni questo meccanismo è già stato innescato, c’è maggiore apertura e maggiori prospettive. Certo è che nei Boomer, “scherza Francesca” è molto difficile cambiare la mentalità ormai radicata.”
“Più è visibile, più è normalizzato” aggiunge Benedetta, lasciandoci con aneddoto ricco di positività.
“Ho seguito con attenzione la pagina della Juve e della nazionale di calcio a 11 negli ultimi anni. Da quando la nazionale femminile ha giocato i mondiali, c’è stato un cambiamento positivo del linguaggio. Se prima la maggior parte dei commenti erano denigratori (es: tornatevene in cucina, il calcio femminile non è calcio ecc) con il tempo, aumentando la visibilità delle donne giocatrici, la società è riuscita a cogliere altri aspetti oltre la prestazione fisica “diversa” da quella maschile. Il fair play ad esempio oppure tecniche individuali, tattiche di gioco, ecc..
Le persone si stanno sempre più abituando nel vedere le donne giocare a calcio e si è visto anche nei commenti su queste pagine. Non è un punto d’arrivo ma una positività.”
“Bike Ride – The future is equal” è un’iniziativa resa possibile da adidas Breaking Barriers project
Un progetto di adidas, streetfootballworld e women win per supportare lo sviluppo dello sport femminile.
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