Giornata contro la violenza sulle donne: un tranquillo weekend di sessismo

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è la ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1999 per incoraggiare i paesi di tutto il mondo a promuovere iniziative volte a sensibilizzare i cittadini sull’argomento.
Non poteva mancare la nostra Serie A, che da alcuni anni suggerisce, ai tesserati che scendono in campo nella giornata più prossima al 25 novembre, di portare sul volto uno “sbaffo” di colore rosso con l’iniziativa “Un rosso alla violenza”, in partnership con WeWorld Onlus.
Fioccano i testimonial d’eccellenza, si moltiplicano i post da parte degli aderenti al format.
Eppure, nel corso di un weekend dove tutti: calciatori, allenatori, arbitri, addetti ai lavori della massima serie si sono dipinti le guance di rosso, lo stridìo di alcuni fatti è suonato come un’inchiodata, fisica e metaforica, che ha catapultato nel vuoto le aspettative dei pochi, timidi entusiasti.

Caso numero uno: Greta Beccaglia, giornalista sportiva di Toscana Tv inviata per raccogliere i commenti a caldo dei tifosi nel post-partita di Empoli – Fiorentina, viene molestata da più individui in uscita dallo stadio. In un caso le telecamere riprendono in diretta la scena. A far specie, oltre al comportamento inqualificabile (e passibile di denuncia) dei soggetti sopra citati, è la reazione dei colleghi giornalisti da studio, che la invitano durante il collegamento a minimizzare l’accaduto.

violenza sulle donne
violenza contro le donne

Caso numero due: il calciatore Gianluca Scamacca, fresco di vittoria con il suo Sassuolo contro il Milan, commenta il post del compagno di squadra Davide Frattesi scrivendo entusiasticamente “stuprato 🔥” (a chi si riferisse possiamo solo intuirlo. Forse allo stadio San Siro?) in senso ingaggiante, positivo, celebrativo. Il commento viene prontamente cancellato poco dopo.

Caso numero tre: molteplici commentatori social, dopo il 4 a 0 del Napoli sulla Lazio, alludono alla pesante sconfitta associandola ad una violenza sessuale. Un commento al post di Sky Sport sul risultato della partita recita: “Giocatori del Napoli ipocriti. Mettono il segno della violenza contro le donne in faccia e poi stuprano la Lazio“. 620 like. Provenienti da uomini, donne, e in generale utenti di diverse fasce di età. 

Violenza donne napoli lazio

 Tutto questo non può non suonare come un allarmante campanello, ma forse sarebbe meglio dire un clacson bitonale montato su camion con rimorchio.
Sarebbe impensabile che una semplice ricorrenza, anniversario, giornata internazionale, si “accollasse” (per dirla à la Zerocalcare) la pretesa di sciogliere, in un arco temporale quanto mai breve, la mole di nodi e interrogativi associati ad una questione macroscopica, che a tratti assume i connotati di una vera e propria emergenza. Tuttavia, che ne si apprezzi la forma o meno, queste iniziative possono avere il pregio di puntare un faro, smuovere paludi altrimenti inerti, produrre rumore in praterie silenziose.
Ed è giusto che alle istituzioni politiche, che tentano in minima parte di prestare occhio e orecchio al tema, si aggreghino le istituzioni e federazioni sportive.
Non possiamo però non rimanere dubbiosi di fronte all’efficacia di campagne esclusivamente simboliche che risultano fortemente riduttive rispetto alla galassia di sfaccettature della violenza di genere. Violenza che spesso non si estrinseca in un atto di aggressione, (sebbene le statistiche sugli omicidi siano da brividi: sempre secondo We World Onlus, nel corso del 2021 in Italia si è assistito a un incremento vertiginoso di chiamate al 1522, il numero di emergenza per le segnalazioni di violenze e stalking: +79,5% rispetto allo scorso anno – Fonte ISTAT), e che più volte ha a che fare con vessazioni psicologiche, sociali, economiche.
Ma tant’è.
In un mondo che ha fatto del “bomberismo” la cifra culturale del successo, e ancora fortemente permeato da una mascolinità tossica e un certo grado di misoginia e omofobia, pare si debba prendere quel poco di buono che gentilmente viene elargito in concessione, una volta l’anno.
Il castello di figurine, però, si mostra in tutta la propria fragilità nel momento in cui, ad iniziative fortemente connotate dal puro e semplice simbolismo, non corrisponde un’azione concreta e a 360° in ambito di cultura sportiva.
Ben vengano i nostri calciatori più amati tutti di rosso dipinti, ma cosa si sta facendo, in concreto, per scardinare questo sistema ancora troppo radicato in una cultura malata?
Quali sono le iniziative che istituzioni, associazioni, federazioni stanno portando avanti?
Come vengono definiti gli obiettivi e monitorati i risultati?
La speranza è che questo interrogativo risuoni a livello internazionale, nazionale, ma anche locale.
Ogni volta che aderiamo ad un evento sportivo associato alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, facciamo in modo che non rimanga un semplice cappello, una performance fine a sé stessa.
Molto è ancora da fare, molto ancora faremo.
Ma solo se tutt* avranno voglia, davvero, di lavorare assieme.
A partire da noi stess*.

 

Articolo di Gemma Grimoldi.

 

Balon Mundial in occasione della giornata contro la violenza sulle donne ha organizzato sabato 27 novembre un torneo di calcio a 5 misto, uomini e donne insieme in campo con le regole del football3. Per l’occasione abbiamo invitato avvocata Quagliano, Consigliera di Parità della Città Metropolitana di Torino che ha presentato la sua figura e il suo ruolo per difendere le donne dalle discriminazioni nel mondo del lavoro.

Su circa 40 presenti nessuno conosceva il ruolo della Consigliera di Parità.

C’è ancora molto lavoro da fare. 

“Bike Ride –  The future is equal” è un’iniziativa resa possibile da  adidas Breaking Barriers project

Un progetto di adidas, streetfootballworld e women win per supportare lo sviluppo dello sport femminile.

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