Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, un’intervista a Veet Sandeh

Oggi è la giornata mondiale contro l’odio omotransfobico (IDAHOBIT) e ne abbiamo parlato con Veet Sandeh, attivista trans-femminista, presidentessa dell’associazione Sunderam – Identità Transgender Torino Onlus,  organizzatrice della Trans Freedom March e co-fondatrice del Divine Queer Film Festival, che proprio oggi offre in streaming gratuito 5 film sulla piattaforma Streeen.org

17 Maggio Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia (IDAHOBIT), a che punto siamo?

C’è ancora molto da fare. Tutti gli indicatori ci dicono che in Italia gli episodi di reati e altri atti motivati da odio omoBiLesboTransfobico sono in aumento. Lo sostiene il rapporto  Hate Crimes No More Italy, ad esempio, che ci dà un inquietante fotografia di come sta crescendo l’odio del diverso.
Siamo anche i primi in Europa per omicidi a sfondo transfobico, l’ultimo caso pochi mesi fa a Roma.
Non è forse un caso che L’italia sia l’unico tra i paesi fondatori dell’Unione Europea a non avere una legge contro l’omolesbobitransfobia anche se una proposta di legge in corso c’è: è la proposta Zan, ma è slittata la discussione  a causa dell’emergenza sanitaria.

Si respira questo clima anche a Torino?

A Torino c’è un clima più sereno rispetto ad altre regioni del nord come Lombardia e Veneto. Vivo la mia quotidianità in modo tranquillo e negli ultimi anni non mi sono più capitati episodi palesi di violenza. Anche se il lavoro è ancora un tema delicato, ma questo vale per tutta l’italia.

Il lavoro è un tema difficile?

Si, per molti anni la prostituzione è stata l’unica fonte di sostentamento per molte trans e per questo siamo state criminalizzate ed emarginate. In una società che concepisce il genere come biunivoco, uomini o donne, con una forte supremazia del primo sul secondo e non c’è stato molto spazio per soggettività “altre”. E gli effetti di una cultura “maschile” si vedono ancora oggi: persone che hanno completato la transizione MtF (da uomo a donna) hanno molte meno chances di trovare lavoro, hanno rifiutato la parte maschile per essere discriminate in quanto donne.
C’è da aggiungere che le nuove generazioni possono trovare maggior comprensione nelle famiglia, possono contare su una rete sociale di supporto, frequentano le università, insomma trovano una società più preparata.
La forte marginalizzazione e la forte avversione sociale ha spinto molte trans a cercare un’omologazione attraverso la chirurgia estetica diventando uomini o donne, stufe e stufi di essere discriminati.
Oggi per fortuna  è un po’ più facile sentirsi “fuori dagli schemi”,

Come è stata vissuta l’emergenza Sanitaria Covid-19?
Sono molte le iniziative partite dalle associazioni trans, da Mit (Movimento Identità Trans – Bologna), Consultorio Transgenere (Torre del Lago) e Atn (Associazione Transessuale Napoli), per il sostegno donne e persone Lgbtiq  durante l’emergenza sanitaria. Molte sono migranti irregolari, senza una casa oppure persone che vivono in contesti familiari violenti, sex workers, tutte persone escluse dagli ammortizzatori sociali previsti dai decreti.
Una buona notizia però c’è. Nonostante l’emergenza è stato comunque deciso di varare il 25 Maggio il portale infotrans.it, un portale istituzionale che mette a disposizione informazioni sanitarie e giuridiche dedicate alle persone transgender.

Cosa pensi invece dello sport? Qual è la situazione in Italia?
Secondo un report europeo uscito pochi giorni fa,  il 90% delle persone LGBTQI percepisce l’omofobia come un problema nello sport. La percentuale è ancora più alta per la transfobia. Chi supera questa paura però si scontra con una altro triste dato di fatto: il 60% delle discriminazioni avviene in squadra, agite cioè dai compagne e compagni.
In ogni caso lo sport di squadra non è stato mai un tema nel mondo trans, almeno fino a pochi anni fa.
Alcune trans praticano la meditazione, lo Joga o il Buddismo, ma il benessere fisico rimane comunque un fatto personale, una questione individuale. Nella mia vita il mio percorso spirituale è stato centrale per fare di me quella che sono, sentirmi meravigliosa al di là del riconoscimento esterno.

Un quadro tutt’altro che confortante.
Durante l’ultima Trans Freedoom March, la manifestazione che ogni anno ricorda le vittime dell’odio transfobico ha sfilato con noi il Green Taoros, una squadra torinese di Quidditch. È l’unico sport veramente inclusivo che conosca, sarà che è nato da una favola, quella di Harry Potter.
Nel Divine Queer Film Festival abbiamo inserito l’anno scorso un film sul Quidditch, Off-Broom, che parla proprio di questo sport, che ha avuto un enorme successo.

Parliamo del Divine Queer Film Festival. Cosa avete in programma per oggi 17 Maggio in occasione dell’ IDAHOBIT?
Abbiamo fondato insieme ad Achille Schiavone e Murat Cinar il  Dqff  nel 2015, con l’intento di esplorare i temi del transgenderismo, della disabilità e delle problematiche legate alle migrazioni. Ogni anno ospitiamo anche documentari o film che trattano di temi quali l’accessibilità allo sport.
Oggi, grazie ad un accordo con la piattafrom streeen.org, il Divine Queer film Festival propone lo streaming gratuito di cinque film, tra cui proprio Off-Bloom. Il film racconta la preparazione di una squadra di  Quidditch ai giochi europei, in particolare  la traiettoria di vita del portiere transgender della squadra e il ruolo che ha avuto questo sport nel percorso di autodeterminazione e consapevolezza della propria diversità.

Potete vedere i film in streaming qui: Streen e Divine Queer Film Festival insieme contro l’omotransfobia

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