“L’appetito vien mangiando” si dice, ma forse il gusto rappresenta solo uno dei molteplici sensi implicati e strettamente connessi al cibo: i piatti, particolarmente colorati, possono essere osservati, ammirati, inspirati e toccati. Quante cucine esistono nel mondo? quante tradizioni si possono scoprire e degustare? Quanti di questi piatti tradizionali riassumono in sè la propria storia e i propri “incroci culturali”? Ma soprattutto dove, a Torino, è possibile provare diverse manifestazioni culinarie?
L’idea nacque durante l’ormai celeberrimo e puntale appuntamento estivo di Balon Mundial: nel fresco e rilassante parco della Colletta, ai lati delle partite di calcio a 11 maschile e di quelle a 5 femminili, si osservò come le comunità migranti partecipanti all’evento si raggruppassero, innanzitutto tra compaesani e poi tra persone di diversa provenienza, per festeggiare il week end con un bel pranzo preparato in casa. Era una gioia per gli occhi e per il cuore, persone che non si conoscevano ma che sapevano di provenire dalla stessa regione o che semplicemente erano curiose di gustare piatti tradizionali profondamente diversi, si avvicinarono pian piano creando legami e affetti; il cibo, con tutto il suo profumo e con tutto il suo potere, era riuscito a creare un dialogo universale e un momento magnifico di incontro tra popolazioni e individui anche spesso di tradizioni opposte. Si pensò dunque, tre anni fa ormai, di raccogliere le usanze gastronomiche di tutti coloro disposti e pronti a collaborare con Balon Mundial: tutti ne furono entusiasti e le iscrizioni risultarono essere numerose.
Perù, Brasile, Marocco, Albania, Bolivia, Mali, Madagascar, Palestina, Colombia e molti altri sono solo alcuni dei Paesi rappresentati dal progetto Food Mundial: il proposito, in collaborazione con le “ambasciatrici/ambasciatori” delle varie Nazioni, è quello di valorizzare al massimo le pietanze tradizionali, spiegandone la storia e la realizzazione, e di creare un momento di ritrovo per le comunità di riferimento e per tutti coloro interessati al confronto e alla conoscenza di tradizioni spesso profondamente diverse. Le comunità scelte in base alla disponibilità di orari e di impegni e di fiducia reciproca, portarono sulle tavole di ogni week end di Balon Mundial molteplici piatti, che dal salato al dolce, accompagnarono in ogni momento il proseguire delle partite; inizialmente solo 2 o 3 persone decisero di partecipare al progetto, ma nel tempo il numero aumentò arrivando ad oggi a 10. Le mie principali preoccupazioni in quanto responsabile del Food all’inizio riguardarono le vigenti leggi in materia di commercio (somministrazione su suolo pubblico e in area verde) e di sicurezza sanitaria, ma in seguito ad uno studio approfondito di tutte le normative la strada era ormai in discesa; occorreva solo più trovare le persone e conoscerne le tradizioni in modo da definire insieme i piatti più famosi e conformi alla legislazione. Il traguardo finale, inoltre, è duplice: innanzitutto la formazione professionale dei collaboratori il più possibilmente spendibile nel mercato del lavoro e la creazione di un evento gastronomico unico, internazionale e multietnico all’interno del quale chiunque possa assaporare e lasciarsi stuzzicare dalle “mille” e deliziose pietanze dal mondo.
Grazie alla collaborazione con Slow Food quest’anno si riuscì a fare un ulteriore passo avanti. “Sapori Migranti“, dunque, costituisce una splendida opportunità per le comunità migranti partecipanti al Balon Mundial 2016: attraverso interviste personali e scatti fotografici realizzati nelle cucine durante la preparazioni dei piatti tipici della propria cultura, ci si pose l’obiettivo di comunicare, ad un pubblico italiano e non, la storia e le radici dei soggetti interessati dal progetto Food Mundial e delle loro tradizioni gastronomiche. Si aggiunge così ad un progetto già fortemente incentrato sulla tipicità delle pietanze e sulla multietnicità del cibo un’interessante e considerevole “fetta” che ha come unico fine la diffusione tramite diversi canali (articoli, banner, foto, etc) di storie, tradizioni, ricette e conoscenze personali, ma soprattutto etniche.
Durante questi ultimi anni, il progetto Food ottenne numerosi successi quali l’aumentare di anno in anno di comunità rappresentate, la maggiore professionalizzazione e responsabilizzazione dei responsabili degli stand gastronomici, e la sempre più crescente partecipazione del pubblico italiano e non, curioso e lieto di conoscere e degustare ricette e piatti dalle radici lontane e spesso sconosciute.
Anche al di sotto degli stessi stand si apprezza un clima gioioso e affabile: tra di loro le cuoche e i cuochi di Food Mundial infatti scherzano, si sostengono, si consigliano e si scambiano storie e pientanze: tutti assaggiano i piatti dei vicini e tutti a fine giornata si portano a casa un pezzo di “tradizione” che non può far altro che arricchirli e renderli “cittadini del mondo”.
Non mi resta che invitarvi a questo meraviglioso evento dove oltre a poter assistere a scoppiettanti partite di calcio femminile e maschile, è possibile, in una cornice gioiosa e distensiva, assaporare e conoscere ricette e tradizioni gastronomiche diverse ma spesso profondamente vicine: un luogo, quello di Balon Mundial, ove è possibile ritagliarsi un spazio di incontro, contatto, dialogo teso alla comunione e alla conoscenza di persone, storie e costumi differenti ma allo stesso tempo meravigliose.
Federica Rosa
Responsabile Food Mundial