“Il mondo è casa mia, mi riempie di gioia e felicità” Solange

A due passi dal centro di Torino, preannunciata da un intenso profumo di cocco e cannella fa la sua comparsa Solange: malgascia di nascita ed algerina per studio vive nel capoluogo piemontese dal 1999, anno in cui per amore vi si trasferì al fianco di Sidibe, studente maliano di veterinaria conosciuto in vacanza a Napoli.

Solange, destreggiandosi tra il lavoro, il volontariato e due figlie adolescenti, propone ai propri invitati e al suo stesso nucleo familiare, quattro diverse culture gastronomiche, che grazie all’aiuto di altre tre famiglie, prevedono piatti italiani, maliani, algerini e malgasci, incredibilmente tutti accomunati dal consumo di riso: alla base di tutto un’immensa e meravigliosa voglia di condividere e conoscere pietanze dai mille sapori, odori e profumi, che, mescolati tra loro riportano alla memoria amici e parenti, luoghi e persone.

Le figlie stesse, giovanissime e socievoli, mostrano di aver assimilato l’insegnamento della giovane madre, che fin dalla loro tenera età ha cercato di insegnargli ogni tipo di ricetta di qualsiasi tradizione: ci racconta infatti Solange come la grande ad abbia rielaborato un tipico piatto italiano, l’intramontabile milanese, rendendola multietnica e sicuramente più leggera sostituendo alla classica panatura una macerazione nel latte di cocco e curry della fettina.

Food Mundial Solange Madagaskar

Ma anche il piatto simbolo italiano per eccellenza è rielaborato in Madagascar; la tanto amata pasta infatti viene cucinata presso le comunità malgasce con i gamberi, le verdure e la carne. Cosa la distingue o la avvicina all’italiana? La forma sicuramente è la stessa ma la farina e il condimento impiegatovi è differente: si utilizzano infatti farina di riso e di grano insieme e non si usano salse né condimenti.

Nonostante le differenze culturali e religiose all’interno della famiglia, l’audace malgascia racconta il percorso della propria vita, sempre accompagnato da un particolare piatto o profumo.

Il Natale rappresenta anche presso la soleggiata isola un momento gioioso di condivisione: l’intera famiglia infatti si ritrova insieme ai membri della comunità e, in seguito all’uccisione di una mucca, ne condivide la consumazione insieme ad un ricco dessert a base di patata dolce e ignam..

Il racconto di Solange si chiude con una delicata e importante riflessione inerente il difficile periodo del Ramadan: il marito infatti, mussulmano e rispettoso della propria fede, attende in compagnia dell’intera famiglia a tavola senza toccare nemmeno l’acqua partecipando ciononostante al momento conviviale della moglie e delle figlie di fede cattolica. Tutti insieme, cattolici e mussulmani, dunque pranzano in compagnia e allegria…perché nonostante le religioni siano differenti, la famiglia a tavola è una e il rispetto reciproco è evidente nella condivisione di un pasto, che unisce a prescindere che questo venga o meno compiuto fino in fondo.

Il cibo quindi anche nella piccola e sprizzante comunità malgascia rappresenta un evidente simbolo di unione, partecipazione e, soprattutto, di integrazione: quale evidente rappresentazione di comunità la preparazione e la consumazione di una determinata pietanza non può far altro che riunire persone, culture e popoli.

Federica Rosa

Responsabile Food Mundial

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